giovedì 21 marzo 2013

I benefici del Metodo Mézières



I benefici del metodo Mézières

Il metodo Mézières fu inventato nel 1947 in Francia da una fisioterapista chiamata Françoise Mézières.

Postura_squadra_supina.jpgL'approccio Mézierista in via schematica consiste prima di tutto nel normalizzare secondo alcuni criteri la forma (struttura) di un corpo, sapendo che è essenzialmente tramite il gioco di retrazione e raccorciamenti muscolari (più spesso nella parte posteriore dell'abito muscolare) che si manifestano i dismorfismi (scoliosi, iperlordosi, cifosi, ginocchio varo o valgo, cancellazione delle curve, ecc).
Riassumendo, se la forma di un corpo è deformata la funzione che ne consegue è falsata.
Se vi sono disarmonie morfologiche vi saranno compensi e/o cattive sinergie, quindi potenzialità di patologie e di dolore.
Vi è un'assoluta complementarità fra il metodo Mézières e l'osteopatia. Stesso approccio/contatto del paziente (ossa, viscere, fascemuscoli)
(1) Il movimento è la vita, tutte le strutture anatomiche sono in movimento le une in rapporto con le altre
(2) La struttura determina la funzione
(3) L'omeostasi che è la capacità dell'organismo di riequilibrarsi e di autoripararsi.
Molte volte il male è distante dal posto di origine, quindi non bisogna confondere la causa del male ed il sintomo! (4) Una storta della caviglia mal curata, che lascia come conseguenza, per esempio, una limitazione nell'ampiezza della flessione, dovrà compensarsi ad ogni passo:
  • in alcuni soggetti al ginocchio, che dovrà tendersi un po' di più e forzare i legamenti generando così un dolore,
  • in altri all'anca, i cui tessuti non potranno più sopportare la compensazione (dolore all'inguine),
  • in altri ancora, in fondo alla colonna vertebrale (articolazione sacro-iliaca) che si troverà "sfregata" "forzata" ad ogni passo posteriore, tirando i legamenti e provocando a volte lombalgie resistenti a qualunque trattamento locale,
  • un gran numero di altre compensazioni potranno farsi in zone a volte le più inattese.
Una regione dorsale e toracica può trovarsi irrigidita, e così privata della sua mobilità fisiologica, a causa di una respirazione troppo corta (generata da uno stato di ansietà o d'inquietudine permanente), per delle posizioni nel lavoro d'ufficio eccessivamente fisse, per un vecchio trauma alla schiena, per un certo "comportamento" rigido, per un'artrosi che "inchioda" un poco alla volta la regione dorsale.
Così, ogni volta che occorrerà guardare indietro, fare una manovra di parcheggio tra due macchine, prendere un foglio dietro di sé in ufficio, ecc..., la quantità di movimenti necessari dovrà essere effettuata in gran parte dalla colonna cervicale, dalla regione lombare, dalle spalle, e molto poco dalla colonna dorsale poiché quasi bloccata.
Se l'organizzazione compensatrice si ripartisce male, le cervicali dell'uno si troveranno sovraccaricate di lavoro e molto rapidamente doloranti (cervicalgie, torcicolli), le lombari dell'altro dovranno operare in un lavoro per il quale non hanno una vocazione primaria e potranno "bloccarsi" in occasione di un cosiddetto "falso movimento", le spalle di un altro ancora dovranno "forzare" e, a seconda della loro suscettibilità, potranno generare dei fenomeni infiammatori cronici (peri-artritetendinite(2).
Si constata così che molto spesso il dolore appare in zone di compensazione e che il vero male resta nascosto nell'ombra, senza manifestarsi.
"il male non è mai là dove si manifesta", dixit Mézières.
Risulta così evidente la ingenuità e la stupidità di una terapia che si rivolge unicamente ai sintomi nel quadro di una patologia cronica. Ed anche nei casi acuti, la vera causa delle vostre lombaggini o torcicolli si trova in parti diverse dalle lombari e cervicali.
È nostro compito trovarle!(2).
Molte volte un'analisi biomeccanica del genere non è possibile: il gioco dei compensi è così complesso che diventa impossibile risalire alla causa primaria. Allora l'unica guida rimane la forma la cui normalizzazione, attraverso i parametri delle "belle linee", rappresenta l'unica strategia nei casi più intricati. E' al raggiungimento di una forma migliore che mira il trattamento Mezieres, attraverso un lavoro strutturale fatto di posture (cioè di stiramenti), di movimenti articolanti, del "disfare" (in cui si fanno funzionare determinati gruppi muscolari senza le "cattive sinergie abituali")(3).
I principi del metodo sono semplici e logici. Ma l'attualizzazione pratica di un trattamento Mézières è molto più difficile da realizzare! Un trattamento Mézières richiede, da parte del terapista, una grande precisione ed esige un'osservazione rigorosa e minuziosa di tutto il corpo nei suoi svariati comportamenti adattativi(4).
Il problema è di poter correggere la lesione principale, che è la causa dello stato del paziente, partendo dai molteplici dismorfismi e dolori di quest'ultimo, correggendo uno dopo l'altro in senso inverso i diversi adattamenti. Spesso, le lesioni principali scompaiono da sole, quando i differenti adattamenti si fissano con delle conseguenze ancora più gravi di quelle che erano state provocate dalle lesioni iniziali. Di conseguenza queste possono divenire delle lesioni principali e così di seguito..... Il mezierista diventa un terapista investigatore!
Svolgimento di un trattamento Mézières:
SCOPO: - allentare le tensioni muscolari - ridare la lunghezza originale ai muscoli accorciati
MEZZI: - mettendo il paziente nelle posizioni di stiramento globale, esercitando una
trazione continua e simultanea alle estremità delle catene muscolari ed impedendo, nel limite del possibile, le compensazioni - adattamenti (chiamate anche imbrogli).
Queste posizioni globali e totali devono essere tenute con grande rigore e per un tempo abbastanza lungo (a differenza dello stretching) e associate ad un lavoro d'espirazione che combatte le lordosi ed allunga il diaframma, anch'esso un muscolo molto importante per la statica.
Questo lavoro d'espirazione è un metodo supplementare e potente per intensificare la tensione delle differenti catene muscolari accorciate(4)

La seduta Mézières: finalità e indicazioni

Dal momento che ogni trattamento è individuale, è difficile codificare una seduta, il cui svolgimento sarà un adeguamento ed un insieme di risposte derivanti dall'esame del soggetto e dal suo comportamento durante le fasi posturali; inoltre, il termine di metodo si applica poco a questo lavoro: Françoise Mézières stessa lo contestava (preferiva parlare di un insieme di chiavi), eppure è possibile estrapolare delle linee guida di un trattamento e precisarle.
Françoise MézièresOgni seduta è una successione di posture personalizzate destinate alla messa in tensione rigorosa e prolungata dei gruppi muscolari considerati responsabili delle lordosi, delle rotazioni interne, del blocco del torace in inspirazione.
Queste posture sono praticate su un tappeto o un dispositivo adeguato (tavolo regolabile per la posizione degli arti inferiori e braccioli allungabili, ripiano tipo Bobath, podio) a cominciare dalle posizioni di partenza che sono: decubito supino (il più spesso gambe a squadra), in piedi contro un piano verticale. Sono frequenti alcune varianti: in piedi senza appoggio, in flessione anteriore, in appoggio frontale, in spaccata, in decubito laterale. Il ritmo delle sedute è generalmente settimanale, raramente è più frequente, talvolta è bimensile.
La durata delle sedute, estremamente variabile, dipende da una molteplicità di fattori ma non dovrebbe essere inferiore al tempo necessario all'esame dettagliato del soggetto, alla messa in atto delle diverse posture ed alle fasi di riposo indispensabili; così alcune sedute possono durare un'ora e mezza.
Il numero delle sedute non dovrebbe mai essere inferiore a 20 se non 30, ma al di là del numero di sedute è la durata di svolgimento del trattamento che va tenuta in conto(5).

Finalità del trattamento Mézières

Un trattamento Mézières avrà diverse finalità, esso sarà:
(a) Terapeutico: è il paziente che viene a consultare il terapista quando insorgerà il dolore, lo scopo terapeutico è chiaro
(b) Di mantenimento: molto spesso qualche seduta distanziata è abbastanza per mantenere e consolidare i risultati già ottenuti precedentemente, impedendo così delle ricadute
(c) Preventivo: agire prima che insorgano i sintomi prevedibili. A volte, qualche seduta fatta al momento giusto, è sufficiente per evitare l'apparire di problemi(4).

Indicazioni e controindicazioni

INDICAZIONI: Tutte le indicazioni di fisioterapia legate ai problemi dolorosi d'origine ortopedica, traumatica, muscolare, reumatica, neurologica o nevralgica... I disequilibri delle funzioni neurovegetative - come ad esempio certi disturbi cardiaci, digestivi, respiratori, circolatori, ginecologici... (4)
CONTROINDICAZIONI assolute: i primi 3 mesi di gravidanza: rischio di aborto spontaneo derivante dall'iperpressione addominale e dagli effetti potenti sulla statica pelvica e sul perineo prodotti dalle posture. Stati infettivi ed infiammatori acuti. Sindromi tumorale. Malattie degenerative del muscolo. Stati psicotici.(5)
CONTROINDICAZIONI relative: Sono i limiti legati alla mancanza di motivazione e dunque di partecipazione del soggetto.(5)

Reazioni passeggere dovute alle sedute

Durano generalmente 48 ore e sono di due tipi:
meccanico: indolenzimento, crampi, ricomparsa dei vecchi dolori, comparsa di dolori sconosciuti al soggetto (che rimandano ad un riflesso antalgico a priori);
neurovegetativo: freddo, famesetesonno, riso, pianto, tosse, tremito, vertigine (5).
Tutte queste reazioni sono un buon segno ed esprimono la liberazione delle tensioni muscolari e psichiche con conseguenze riflesse sul sistema neurovegetativo, quindi anche circolatorio. Questi effetti riflessi sono gli stessi di quelli prodotti dal massaggio riflesso del tessuto connettivo (terapia segmentale).(4)


Chi può trarre benefici da un trattamento Mézières?

Tutte le persone che cercano un trattamento personalizzato, adattato al proprio caso. Non si tratta di un sintomo generale, ma si cura il "caso personale" e unico d'ogni paziente. Si possono anche trattare giovani di 7/8 anni se hanno abbastanza attenzione. Con i pazienti della 3a e 4a età (anche con più di 80 anni) si ottengono dei risultati eccezionali per quel che riguarda dolori reumatici, nevralgie, mal di schiena, rigidezza articolare, disturbi circolatori, artrosi, ecc.. Infine, tutti coloro che hanno già sperimentato molte terapie senza avere degli effetti positivi e che hanno perso quasi del tutto le speranze d'essere sollevati dai loro dolori. Queste persone sono spesso i migliori ambasciatori del metodo Mézières.(4)
metodo MézièresNon vogliamo lasciar credere che la terapia "Mézières" sia la panacea universale (essa ha i suoi limiti e le sue controindicazioni), ma solamente vogliamo sensibilizzare il pubblico ad un approccio di "buon senso". Se certe volte i trattamenti puntuali e locali sono necessari o sufficienti, generalizzarli appare di un'efficacia ingannevole o nefasta a lungo termine. In una parola, tagliare le persone "a fettine" non è sempre augurabile. Occorre sapere che non è sufficiente mettere uno spessore sotto un piede (come ad un comune armadio) per risolvere un problema statico. Occorre sapere che non è sufficiente prescrivere un busto (che tuttavia in rari casi è necessario) per risolvere un problema lombare, o meglio ancora consigliare a un persona affetta da lombalgia di cambiare mestiere.(2) Non si tratta una cervicalgia, ma una persona che soffre alla regione cervicale. Questa evidenza, troppo spesso dimenticata, è un fattore supplementare nella riuscita di un trattamento.
La chinesiterapia ha visto, in questi ultimi anni, la qualità e il livello dei suoi studi sensibilmente migliorati. Paradossalmente la tendenza attuale della professione sembra orientarsi verso delle specializzazioni di alto contenuto tecnico con uso di apparecchiature sofisticate. Malgrado ciò, il largo ventaglio di conoscenze acquisiste può permettere la scelta alternativa delle terapie "globali".(1)

Alcuni esempi

signore X
anni 30
Dolore all'anca sinistra da un anno con una diagnosi di peri-artrite dell'anca non risoltasi con un trattamento reumatologico classico. Dopo un minuzioso esame generale del paziente, ci si accorge che la caviglia sinistra presenta una limitazione di ampiezza (non dolorosa) nella rotazione esterna: conseguenza di una brutta storta contratta parecchi anni prima e apparentemente guarita. In qualche seduta la normalizzazione della caviglia libera i tessuti molli dell'anca, che non ne poteva più di compensare da sola la mancanza di mobilità della caviglia, portando una cessazione del dolore.

signora A
donna d'affari molto occupata 45 anni
• cervicalgie da 10 anni con cefalee a casco, conseguenze di un incidente di auto (frattura femore sinistro con notevole accorciamento, ablazione della milza, perforazione della pleura),
• lombalgia da 5 anni con blocchi acuti sempre più frequenti,
• impossibilità a prolungare le posizioni di seduto e in piedi,
• muscolatura molto tesa a causa di una vita troppo intensa e di uno stress quasi permanente,
• rilevante inarcamento lombare.
Dopo aver fatto togliere i plantari che non avevano affatto giovato (i plantari due volte su tre sono inutili e a volte nefasti), un lavoro di rilassamento generale e di distensione dei muscoli ritratti permette al corpo di ritrovare una buona postura di adattamento e così di meglio distribuire le forze necessarie al suo armonioso funzionamento.

signora B
51 anni
Soffre di mal di testa dall'età di 30 anni (almeno una volta la settimana), soffre ai piedi dall'età di 28 anni, dopo radioterapia su delle verruche, non esce di casa se non per fare la spesa, porta dei plantari che non le danno sollievo e che fanno parte di lei stessa. La relazione appare evidente solo perché il dossier è presentato in questa maniera, ma questa paziente si faceva visitare alternativamente da specialisti della testa e da specialisti dei piedi che "vi si rompevano il capo" e le "rompevano...i piedi". Dopo averla convinta ad abbandonare i suoi plantari che non le davano sollievo, e dopo un lavoro globale di tre mesi consistente tra l'altro nella distensione e nella riequilibrio degli appoggi al suolo, senza insistere specificamente sulla colonna cervicale, i poveri piedi si ritrovarono liberati dalle loro tensioni trasmesse alle cervicali, comportando così una cessazione delle cefalee.(2)

Complementarietà con altre terapie

Françoise Mézières non aveva parole troppo dure verso coloro che praticano quello che lei chiamava "trenino", associando il "vagone" del metodo Mézières alle altre tecniche. Se è evidente che la complementarietà del metodo Mézières è inconciliabile con le terapie i cui principi sono agli antipodi, nulla si oppone ad alcune coterapie, sempre benefiche per il paziente: omeopatia ed agopuntura, terapia manuale, podologia, posturologia, cinesiologia, riflessoterapia cutanea, ma anche rilassamento, sofrologia, psicoterapie.(5) .

Bibliografia

Trattamento posturale Mézières, una soluzione all'approccio globale della postura- JackyRenauld, Mézièriste, Ostéopathe.
Il metodo "Mézières"- Jacky Renauld, Mézièriste, Ostéopathe- articolo pubblicato nella rivista del"Centre homéopathique de France".
La postura - Dario Vitale, Docente E.O.P. di Roma.
Il Metodo Mézières - www.mezieres.net
Metodo Mézières - Cittone JM, Encycl Méd Chir (Elsevier, Paris), Medicina Riabilitativa, 26-085-A-10, 1999, 7 p.

N.B: L'articolo è stato tratto  da "Il Metodo Mezieres" del Dottor Ilio Iannone, che si ringrazia.


Per maggiori informazioni sul Metodo Mezieres a Bologna e Imola
contattare direttamente:

Dr. Fabrizio Zambonelli
Fisioterapista
328 4 120 120
zambonelli@gmail.com

mercoledì 20 marzo 2013

Prevenire e curare l’alluce valgo


Prevenire e curare l’alluce valgo


L’alluce valgo è una delle patologie del piede più diffuse. Si tratta di una deformazione dell’alluce la cui base (primo metatarso) si sposta verso l’esterno, mentre la punta (falange prossimale) si porta verso le altre dita.

Si parla di alluce valgo quando l’angolo tra il primo e il secondo metatarso, corrispondenti appunto al primo e al secondo dito, è superiore a 8°.




La deviazione laterale dell’alluce provoca a livello dell’attaccatura del dito, ovvero sulla prima testa metatarsale, una marcata protuberanza detta familiarmente “cipolla”: si tratta di un’infiammazione caratteristica (borsite) molto dolorosa, dovuta allo sfregamento con la scarpa.
Oltre al dolore e all’infiammazione cronica, l’alluce valgo comporta lesioni ossee, ulcerazioni e callosità e soprattutto un’alterazione funzionale della dinamica del piede.
Con il tempo, può comportare una vera e propria sindrome posturale:
  • tendenza al ginocchio valgo con dolore della faccetta rotulea interna del ginocchio;
  • rigidità delle anche con limitazione della loro rotazione interna;
  • accentuazione della curva lombare con presenza di lombalgia cronica
Le cause dell’alluce valgo
Le cause dell’alluce valgo sono ancora molto discusse. Prevale generalmente l’idea che si tratti di un disturbo congenito, una patologia che si eredita geneticamente. Ma esistono anche forme acquisite legate a patologie reumatiche, infiammatorie, neuromuscolari o a traumi.
Molto discussa è anche la responsabilità delle scarpe nel determinare questo disturbo: quello che è certo è che calzature non idonee alla fisiologia del piede – come quelle con punte strette e tacchi alti, che tanto piacciono a noi donne – possono peggiorare la situazione, contribuendo al progresso della deformazione, e sono spesso la causa dell’infiammazione dolorosa.
Sotto accusa anche il piede piatto, spesso associato a questa patologia: la ridotta curvatura della pianta, infatti, porta a un sovraccarico della parte anteriore del piede.
La prevenzione e  i trattamenti
Per non dover arrivare a soluzioni drastiche, come l’intervento chirurgico, che comporta sempre rischi di complicazioni e dolore nella fase post-traumatica, bisogna lavorare sul fronte della prevenzione.
Per rallentare il decorso della deformità, si consiglia:
  • utilizzo di calzature comode e funzionali;
  • evitare il soprappeso;
  • trattamenti fisioterapici per ridurre la sintomatologia, allungamento dei muscoli retratti e attivazione dei muscoli bloccati in allungamento, nella direzione "della ricostruzione della forma" ripristino della funzionalità
  •  trattamenti dinamici che si avvalgono di esercizi attivi
  • Taping Neuromuscolare TNM® 
 «La costanza nell’eseguire esercizi specifici, la ginnastica propriocettiva ed eventuali sedute di fisioterapia e di Antiginnastica ® possono evitare un peggioramento della patologia, migliorare la sensibilità, correggere l’appoggio a terra e di conseguenza anche l’equilibrio e la stabilità di tutto il corpo.»

Vediamo insieme gli esercizi consigliati
IN TUTTI GLI ESERCIZI PROPOSTI E’ IMPORTANTE EVITARE LO STROFINAMENTO TRA I DUE RIGONFIAMENTI (SOPRATTUTTO SE LA BORSITE È ACUTA). EVITARE ANCHE IL MASSAGGIO DELLA PARTE. NON ESEGUIRE GLI ESERCIZI IN FASE ACUTA DEL DOLORE.

1. In stazione eretta con gli occhi chiusi e le gambe leggermente piegate e abdotte, cerca di portare l’attenzione e sentire l’appoggio dei piedi; gioca poi con il peso del corpo oscillando leggermente avanti e indietro, senza mai sollevare avampiedi e talloni e mantenendo l’allineamento tra la schiena e le gambe, dopo alcune ripetizioni inizia a oscillare lateralmente verso destra e sinistra e infine puoi compiere una rotazione nei due sensi.

2. Con una pallina sotto un piede, mantieni la pallina prima sotto le falangi, poi sotto l’arco e poi sotto il tallone, per cinque atti respiratori completi, esercitando pressione.
Togli la pallina e “ascolta” la differenza di appoggio tra un piede e l’altro. Ripeti anche con l’altro piede.
Al termine dell’esercizio è possibile effettuare un massaggio plantare che consiste nel far scorrere avanti e indietro o con movimenti rotatori la pallina sotto la pianta del piede.

Esercizi per la mobilità delle dita dei piedi


1. Afferra il mignolo e l’alluce e divaricali per alcuni secondi
2. Dopo aver allargato le dita, incrocia le dita delle mani con quelle dei piedi.
3. Tira le dita singolarmente come se le volessi svitare dal piede







Esercizio di rinforzoPensa di raccogliere un fazzoletto di carta con l’idea di appallottolarlo, arricciando le dita dei piedi.
I diversi appoggi del piede
Cammina sui vari appoggi del piede (talloni, esterno ed interno del piede e con attenzione sulle punte).
Sensibilizzazione della mobilità del piede

Supina, con i piedi in appoggio ad un muro, simula un salto, passando dalla mezzapunta, punta, oltre la punta con le dita staccate dalla parete e ritorno.


Esercizio con bastone

1. Appoggia il piede e carica gradualmente il peso del corpo sul bastone esercitando una piacevole pressione sulla pianta, accentuando lentamente l’appoggio sulla parte anteriore del piede. Mantieni la posizione per qualche secondo.

2.Cambia la posizione del piede e disponilo in senso trasversale. Fai ora scorrere la pianta caricando in maniera graduale il peso del corpo sul piede stesso.




“Sollevamento pesi”
Metti una pallina da tennis in un calzino e infilando il lembo della calza tra l’alluce e il secondo dito, esegui delle flesso-estensioni del piede cercando di sostenere il peso senza arricciare le dita. Da eseguire seduti su una sedia con il tallone appoggiato sulla stessa, mantenendo la schiena dritta.
Stretching e rinforzo con l’elastico
Seduti con una gamba tesa, avvolgi l’alluce con l’elastico tenendolo in mano tipo briglie da cavallo. Esegui quindi delle flesso-estensioni dell’alluce stesso cercando di tenere ferme le altre dita. Aggiungi poi anche la flesso-estensione della caviglia.

Questo prontuario è di indirizzo  e non sostituisce la consulenza di un fisioterapista né di un medico chirurgo specializzato se il quadro clinico è importante.

Per ulteriori informazioni:
Dr. Fabrizio Zambonelli
FISIOTERAPISTA
Via dal Lino 22 - Bologna
328 4 120 120
zambonelli@gmail.com

giovedì 11 ottobre 2012

Conoscere l'Antiginnastica®


Conoscere l'Antiginnastica®


Che cos’e’ l'Antiginnastica® ?
Conoscete il vostro corpo ?
Lo conoscete veramente ?
Sapete che il vostro corpo è intelligente ?
Sapete che è dotato di memoria ?
Sapete che è malleabile ?


Per molti di noi, il corpo non è che un tronco fornito di quattro arti, tutt’al più quattro appendici attaccate non si sa bene come. Non siamo pienamente consapevoli del nostro corpo ed ignoriamo totalmente in quale modo lo muoviamo. Molto presto nella vita acquisiamo un repertorio essenziale di gesti ai quali poi non facciamo più caso. Nel corso di tutta la vita ripetiamo questi pochi movimenti senza mai rimetterli in questione, senza comprendere che essi non rappresentano che un limitato campione delle nostre possibilità. Non siamo capaci di sentire i rapporti che esistono tra le diverse parti del nostro corpo. Quanto poi ai rapporti tra la testa ed il corpo, spesso esiste una frattura totale. La testa pensa ed il corpo, questa macchina fatta di parti non collegate tra loro, obbedisce come può.
Eppure, il nostro corpo non si oppone alla nostra intelligenza, ai nostri sentimenti, alla nostra anima. Esso li include e li ospita. Entrare in contatto col proprio corpo, significa permettersi di accedere al proprio essere nella sua interezza.

Imparate a conoscere il vostro corpo

L’Antiginnastica® è uno strumento potente per entrare in contatto con il vostro corpo. In che modo? Innanzitutto vi insegna a conoscerlo. A conoscerlo veramente, vale a dire dimenticando tutto ciò che di esso hanno detto gli altri : “troppo flaccido, troppo debole, troppo grasso, troppo magro…” Scordatevi di quelle parole, poiché tutti noi siamo belli e ben fatti. Sì, noi siamo tutti belli e ben fatti ma la nostra forma perfetta è quasi sempre nascosta. Da che cosa? Da ogni sorta di contrazioni, rigidità, dolori, deformazioni…assai raramente congenite.


La storia della vostra vita sta scritta nel vostro corpo

Queste tensioni e contrazioni sono le reazioni del vostro corpo agli eventi della vita dal giorno della vostra nascita ad oggi. I muscoli dei vostri occhi, delle mascelle, del diaframma, il vostro sesso, le gambe, i piedi hanno reagito a tutti gli avvenimenti della vostra vita, anche a quelli che avete dimenticato da un pezzo, soprattutto a quelli che avete dimenticato tanto tempo fa. Una narice si è fatta più stretta, il vostro respiro si è ridotto, la bocca dello stomaco vi si è come annodata, le gambe sono diventate rigide, la vostra vista si è “abbassata”… Tutte queste reazioni hanno dato al vostro corpo la forma che esso ha in questo momento.


Svegliate le vostre zone morte
Eppure, nulla è irreversibile : a qualsiasi età, la muscolatura è malleabile. L’anti-ginnastica vi permette di ritrovare la mobilità e la vitalità dei muscoli che gli eventi della vostra vita vi hanno portato a contrarre, ad accorciare, ad atrofizzare. E come? Con dei movimenti piccolissimi, estremamente precisi, che corrispondono alla esatta fisiologia dei vostri muscoli, senza mai forzare sulla loro ampiezza. Con dei piccolissimi movimemti che risvegliano ogni singolo muscolo, dal più grande al più piccolo, dal più noto al più sconosciuto, al più dimenticato, al più trascurato, come quello del vostro mignolo del piede… Risvegliando tutte le zone morte della vostra muscolatura, vi liberate da tutta una serie di dolori e di rigidità muscolari, in primo luogo dai mali di schiena che vi fanno ripiegare su di voi e bloccano i vostri slanci. Potete smettere di consumarvi inutilmente, di invecchiare anzitempo dato che non utilizzerete più, per muovervi, dieci volte l’energia necessaria, come fate adesso, ma solamente l’energia appropriata ad ogni gesto. Potete far lavorare per voi e non contro di voi dei muscoli che oggi non siete nemmeno in grado di individuare. Potete in questo modo rivelare il vostro vero corpo, armonioso, equilibrato ed autonomo.

L’Antiginnastica® è un metodo nato negli anni settanta in Francia da Thérèse Bertherat


L’Antiginnastica® è un metodo nato negli anni settanta in Francia da Thérèse Bertherat, una fisioterapeuta che si forma e collabora con Francoise Mézières, una fisioterapeuta che ha elaborato una visione rivoluzionaria dell’anatomia e che considera il corpo come una totalità in cui ogni elemento dipende dall’altro.
In seguito studia ed analizza altre ‘terapie del corpo’: la Bioenergetica, l’Eutonia, il Rolfing, la Gestalt, l’agopuntura e alcuni aspetti della medicina cinese che vanno ad integrare le sue conoscenze dei grandi della psicanalisi, da Freud a Jung  passando per il lavoro di Wilhelm Reich.
Praticare l’Antiginnastica® vuol dire intraprendere, quindi, un viaggio attraverso il nostro corpo e la nostra storia: per scoprire come, nel corso di tutta la vita, si è organizzato con grande finezza, si è protetto, si è adattato; acquisendone così una percezione ed una conoscenza più intima, più corretta e più autonoma.
Ogni seduta di Antiginnastica® è un’occasione, grazie a precisi e fisiologici movimenti, per scoprire, riscoprire o risvegliare delle parti del nostro corpo di cui se ne era persa la percezione magari bloccate a causa di recenti o vecchi, ed ormai lontani, traumi.
Con la pratica si acquisisce progressivamente la capacità di liberarci da soli da tutte quelle contratture, rigidità, dolori muscolari ed articolari che causano stanchezza, e limitano i nostri slanci. 
Il nostro ‘vocabolario muscolare’ si sviluppa e si arricchisce, consentendovi così di esplorare nuove possibilità di movimento ed anche la vostra respirazione riprende la sua ampiezza naturale.

Potete in questo modo rivelare il vostro vero corpo, armonioso, equilibrato ed autonomo.



Per praticare l'Antiginnastica®:

Dr. Fabrizio Zambonelli
Fisioterapista
Esperto Certificato* in Antiginnastica®

Bologna:
c/o Centro di Psicoterapia Corporea
via dal Lino 22
c/o Studio Professionale
via della Battaglia 6

Imola:
v.le Amendola, 43
c/o Associazione Culturale Pachamama

tel. 328 4120 120
Mail zambonelli@gmail.com
FB Fabrizio Zambonelli


(*) L'Antiginnastica® è una rete dinamica e professionale di 250 esperti abilitati nel mondo e un'equipe internazionale di 15 formatori.
La certificazione Antiginnastica® garantisce la formazione e la regolare frequenza dei nostri esperti e formatori a corsi di aggiornamento che permettono di mantenere la loro pratica professionale al più alto livello.